LA PAROLA DEL PARROCO

Leggo nella Lettera pastorale dell'Arcivescovo: "Ogni anno la celebrazione del Triduo pasquale ci accompagna e ci illumina in questo percorso di memoria. Nella ricchezza delle parole e dei gesti, esso orienta ogni volta la Chiesa a leggere se stessa nel quadro dell'intero piano di salvezza, a capire in quale direzione orientarsi, quale futuro prefigurare. Vi invito a celebrare il Triduo pasquale in questo clima spirituale, preparandolo accuratamente, in continuità con i passi con cui in questi anni lo stiamo riqualificando, per riguadagnarlo alla conoscenza delle nostre comunità".

È proprio a partire da questo invito dell'Arcivescovo che oso proporre ai fedeli della comunità il celebrare insieme la Veglia Pasquale. "Quando si fa un cammino insieme si deve condividere la fatica della salita, ma anche la gioia della vetta. Se tutta la quaresima è vissuta nell'ascolto della Parola, nelle celebrazioni liturgiche, nei gesti caritativi, anche la Pasqua è da celebrarsi insieme".

Poi si partirà per le vacanze o per trovare parenti ed amici. È un gesto coerente che tutti dobbiamo prendere sul serio e compiere con gioia.

Credo sia nostro preciso dovere interrogarci fino a che punto, fino a quale profondità sappiamo sperimentare e capire, celebrando la Pasqua del Signore, il mistero e la salvezza che viene da Dio.

Vorrei dunque aiutare e far da guida ad una meditazione intelligente sul significato dei misteri che viviamo nella celebrazione liturgica della Pasqua. Metteremmo in pratica la preghiera che la Chiesa fa ripetere in questi giorni: "Fa', o Signore, che ad ogni ritorno delle celebrazioni pasquali cresca in noi l'intelligenza dei misteri che celebriamo".

I MOLTI SIGNIFICATI DELLA PASQUA EBRAICA

Il termine Pasqua suona oggi alle nostre orecchie come un termine di festa cristiana, ma esso indica prima di tutto una festa ebraica.

Come gli Ebrei hanno commemorato l'uscita del loro popolo dall'Egitto, così i cristiani ora celebrano l'avvenimento decisivo della loro salvezza festeggiando la "Pasqua del Signore", cioè la sua risurrezione.

E questo non a caso, perché esiste una continuità tra le due feste. Gesù adempie tutte le prefigure e le profezie messianiche dell'Antico Testamento. Per questo, se vogliamo avere una conoscenza più profonda del mistero della liturgia pasquale, dovremo conoscere ciò che essa significava alle sue origini prima e poi nel popolo ebraico. Per arrivare quindi a Gesù, il quale ha dato a tutte le realtà passate un approfondimento definitivo.

PASQUA: PRIMAVERA DELLA NATURA

I molti significati della Pasqua hanno come origine e come sviluppo comune la "primavera". Il termine "pasqua" indica "passaggio". Anche tutta la nostra vita e il nostro stesso mondo appare come un "passaggio" nel suo inarrestabile divenire.

Ma c'è un passaggio nella natura che ha sempre riempito di gioia e di stupore l'uomo di tutti i tempi: è il passaggio che avviene dalla stagione invernale alla primavera.

Quella vita che torna puntualmente come un risveglio stupendo di ciò che sembrava morto, con la sua festa di colori, di luci, di fiori, di canti, ha strappato dal cuore dell'uomo altissime parole di ammirazione. Scrive Quasimodo: "E tutto mi sa di miracolo quel verde che spacca la scorza; che pure stanotte non c'era".

Anticamente i pastori nomadi festeggiavano il ritorno della primavera con un atto religioso: essi offrivano a Dio, padrone della vita, un agnello senza macchia e senza difetto del quale non si rompeva nessun osso. Il suo sangue generosamente versato, doveva proteggere le loro tende; la sua carne mangiata con rispetto doveva nutrire la forza per il "viaggio" che restava da fare.

L'uomo di quel tempo voleva comunicare con la divinità vista come "padrone" di tutto il risveglio di una vita che tornava. Voleva cercare in Dio una risposta alla sua meraviglia!

PASQUA: PRIMAVERA DEL POPOLO ELETTO

Ma nella storia del popolo ebreo ci fu una primavera indimenticabile. Fu quella del viaggio decisivo che lo portò dalla schiavitù alla libertà prima, e poi al possesso della terra promessa.

Fu davvero una primavera unica ed indimenticabile! Così da quel tempo la celebrazione della Pasqua trapassa il suo significato di festa agricola quale risultava dagli antichi riti per ricevere un significato tutto nuovo.

Da quel giorno essa richiamerà e farà costantemente rivivere la meravigliosa liberazione procurata da Dio al suo popolo con l'esodo, cioè con l'uscita dalla schiavitù d'Egitto alla libertà!

Così ricordando il termine "pasqua" che significa passaggio, la stessa bibbia insegna a tutte le generazioni che il "ricordo" di questo evento mirabile, si riattualizza sempre come una primavera che puntualmente ritorna. E quando Israele potette entrare nella terra promessa, aggiunse alla celebrazione della Pasqua anche il rito degli azzimi che aveva trovato in quelle terre a primavera.

Questi pani senza lievito offerti a Dio significavano l'offerta della primizia delle messi.

IL SIGNIFICATO MIRABILE DELLA PASQUA CRISTIANA

Ma l'arrivo della primavera, con la festa della Pasqua porta nel cuore del cristiano somma gioia. Egli ammira la sapiente provvidenza di Dio che ha disposto in una perfetta armonia l'ordine visibile del mondo con l'opera soprannaturale della grazia, perché ha voluto far coincidere la risurrezione del Salvatore Gesù con la festa di Pasqua a primavera.

È l'epoca anche in cui la natura sembra uscire dalla sua tomba. I campi rinverdiscono, gli alberi rimettono fiori e foglie, il giorno si fa più chiaro e sereno, torna il canto che rallegra l'aria ed il sole, e tutto questo rifiorire di vita diventa per il cristiano gioia stupenda perché segno della speranza che Dio ha dato all'uomo in Cristo.

La gioia del cristiano non è infondata perché egli sa e crede in Gesù, vera Pasqua. Celebrando la pasqua di Gesù, risorto dopo tre giorni, il cristiano vede proprio in Lui il vero agnello pasquale che libera. Già l'evangelista Giovanni addita in Gesù crocifisso - cui i soldati non rompono le ossa, ma trafiggono con la lancia - il vero Agnello pasquale. È Lui che supera l'antico immensamente, perché è una vittima cosciente, perché salva non un popolo solo, ma tutti gli uomini di tutti i tempi.

 

 

LA PRIMA CONFESSIONE

Domenica 18 marzo, nel pomeriggio alle 15.25 i bambini della quarta elementare si sono accostati per la prima volta al Sacramento della Penitenza.

Da quello che molti di loro hanno raccontato, erano tutti emozionatissimi ed anche un po' timorosi. La celebrazione è stata molto simbolica: sono state accese le candele la cui luce era il segno dell'amicizia con Gesù, poco dopo la luce è stata spenta per rappresentare la presenza del peccato e dopo la confessione tutti i ceri sono tornati a brillare in segno della nuova amicizia con Dio.

I bambini sono saliti ai lati dell'altare dove in ginocchio hanno accusato i loro peccati. Poco prima hanno depositato in un cestino la loro promessa. Dopo aver ricevuto il perdono di Dio hanno riacceso la luce dell'amicizia e ciascuno ha dato un bacio ai genitori.

La gioia della riconciliazione è continuata in un momento di ritrovo festoso all'oratorio, dove i genitori avevano preparato un ghiotto rinfresco.

Le catechiste Jone, Elisa, Maria Rita e Betta hanno seguito i ragazzi nella loro preparazione alla prima confessione e dopo la festa hanno raccolto le loro impressioni e le emozioni provate.

Ecco cosa hanno "confessato" alcuni di loro:

Lorena: "Ci siamo preparati per tanto tempo al sacramento della Penitenza insieme alle catechiste, ai genitori e durante i ritiri spirituali.

Aspettavo questa celebrazione con molto entusiasmo, ma pochi istanti prima della confessione ero molto emozionata e avevo anche paura di sbagliare. Quando finalmente mi sono inginocchiata davanti al sacerdote che rappresenta Gesù mi sono tranquillizzata e mi sono sentita veramente felice."

Tommaso: "Ero contento perché mi sono liberato dai peccati"

Giacomo e Andrea "Avevamo un po' di paura perché era la prima volta e non sapevamo cosa fare"

Nadia: "All'inizio avevo paura di non farcela poi ho capito che Gesù perdona tutto"

Noemi: "All'inizio avevo un paura poi mi sono sentita contenta perché Gesù mi ha dato il suo perdono"

Riccardo: "Ho provato gioia per aver ricevuto il perdono di Dio"

Samuele e Pietro: "Eravamo felici di ricevere questo sacramento che ci riconcilia con Gesù"

Miriam e Anna: "Eravamo emozionate perché era la prima volta che ci confessavamo"

Per tutti è stato molto significativo il segno della candela accesa che fa capire che Gesù dopo il Sacramento della Penitenza ridona la luce della sua grazia che illumina la vita.

Elena Colombo

 

 

INCONTRI FORMATIVI PER VISITATORI LAICI

A proposito delle Missioni popolari che vivremo come Comunità parrocchiale il prossimo anno nei mesi fine gennaio inizio febbraio, ricevo questa lettera dai Padri Oblati di Rho che mi premuro far conoscere per tempo a tutti i fedeli.

Signor Parroco

Lei, con il suo Consiglio Pastorale, ha chiesto il dono delle Sante Missioni Popolari per favorire il cammino di crescita nella fede della sua Comunità cristiana.

Le è già stato presentato il "ruolino di marcia" di tale proposta, che ha inizio con le Scuole per "Animatori dei Gruppi di Ascolto" e per i "Visitatori Laici".

Qual è il ministero di quest'ultimi? Ce lo indica l'Arcivescovo Carlo Maria Martini.

"... Io credo che la visita annuale del prete alle famiglie è cosa molto importante ... può essere fatta una volta all'anno con fatica ... Ma ci sono laici visitatori, conosciuti, che vanno, per così dire, a portare il messaggio semplice della parrocchia e delle sue iniziative, a tutti i nuovi arrivati, a tutte le famiglie lontane ... Semplicemente vengono a sapere che la Parrocchia c'è, che è vicina, che qualche iniziativa viene loro annunciata, che ci può essere un dialogo semplice dove esprimono attese e necessità. Il Parroco informato di questo dai visitatori laici, tiene le fila di una Parrocchia anche di lontani, perché sa che ciascuno è visitato ...

A me sembra che questo ministero dei visitatori potrebbe davvero essere un aggancio con i lontani, che non necessariamente li porta alla Chiesa, ma tiene viva in loro la certezza che una porta aperta c'è sempre.. .

È chiaro che i visitatori hanno nel preparare le Missioni un compito particolare, che, se continuasse, a mio avviso, sarebbe molto bello. Si moltiplica il numero delle persone coinvolte, che diventano preziosi collaboratori".

La nostra iniziativa di una scuola per "Visitatori laici", che già vi è stata presentata, intende rispondere a questi auspici dell'Arcivescovo, al fine di dotare la Parrocchia non solo di persone che preparano la Missione Popolare, ma anche di collaboratori permanenti che sappiano raggiungere le famiglie e dialogare con esse.

Padre Giuseppe Mariani

LE DATE DEGLI INCONTRI

Sabato 12 maggio ore 15-18

Sabato 16 giugno ore 15-18

Sabato 15 settembre ore 15-18

Domenica 23 settembre ore 8.30-18

IL PROGRAMMA COMPRENDE

Una introduzione di carattere biblico; qualche nota di carattere pastorale; qualche nota di carattere psicologico; una giornata di ritiro spirituale

Chiedo ai parrocchiani disponibilità a partecipare a questi incontri che inizieranno il prossimo mese di maggio. Le Sante Missioni in parrocchia esigono preparazione attenta e generosa. Queste iniziative promosse dai padri certamente aiutano. Chi intendesse mettersi a disposizione, dia il proprio nome al parroco entro Pasqua.

 

 

È COMUNQUE SEMPRE QUARESIMA

"La quaresima è un tempo speciale per la ricerca di un significato". È una frase che mi è rimasta in mente, pronunciata da un sacerdote allora coadiutore di Vighizzolo e del quale mi sfugge il nome, in uno dei quaresimali predicati in parrocchia qualche decennio fa. L'odierna pastorale, programma per "questo tempo favorevole e propizio", come lo etichetta San Paolo, iniziative varie che vanno dai martedì serali radiofonici del nostro arcivescovo alla Via Crucis e al classico quaresimale del venerdì sera, all'ormai consueto appuntamento con gli esercizi spirituali della penultima settimana della quaresima. "Era così anche quando tu papà eri un ragazzo?" è la domanda che mi rivolge Lorena. Subito rispondo di no pensando per esempio alle predicazioni del cardinale che hanno assunto un iter costante in questi ultimi anni. Il quesito suggerisce anche semplici considerazioni. La prima è un ricordo di Don Antonio che in uno di quei ritiri per i chierichetti aveva detto che la "quaresima è tempo di mortificazione". In questa parola era, ed è, condensato tutto il significato dei quaranta giorni: l'esercizio di una disciplina che coinvolge sia il corpo che lo spirito. Don Antonio portava degli esempi come moderare il linguaggio, atteggiarsi in modo diverso nei confronti degli amici, aiutare nei lavori domestici senza il solito brontolio, compiere dei piccoli digiuni astenendosi dall'assumere quei cibi che stuzzicavano la nostra golosità, prendere esempio dai grandi. Infatti osservavo il nonno che in quaresima non fumava il sigaro (ed io purtroppo non prendevo il 10 lire di resto che il tabaccaio gli dava e che costituiva la mia mancia!!!). La seconda riguarda la Via Crucis, rito che era già allora celebrato comunitariamente ma che Don Antonio voleva fosse anche preghiera e riflessione personale, per questo distribuiva dei libretti-guida ad ogni ragazzo. Il nostro spirito non era proprio quello di seguire , meditando, il cammino della croce, ma di concludere prima degli altri perché non si voleva essere "sorpassati" dal vicino e giungere per primi al "traguardo" della 14^ stazione. La terza si ricollega ad un'altra frase del coadiutore e riguarda propriamente il digiuno che "ha valenza se quel che si risparmia va a chi digiuna non per precetto ma perché non ha niente da mangiare". Tutte le religioni prescrivono questi periodi di astinenza: i buddisti non mangiano carne, i musulmani durante il loro Ramadan non bevono alcolici e non si cibano di carne di maiale, la Torah degli ebrei prevede digiuni diluiti nel corso dell'anno. Il coadiutore, paragonando il modo di atteggiarsi dei credenti in queste religioni con quello dei cristiani durante la quaresima, notava distanze profonde nonostante il periodo fosse "quello favorevole e propizio" per la riflessione sui misteri che stanno alla base della nostra Fede. Anche in questo caso la mente porta ad un esempio di Don Antonio. Ai ragazzi metteva davanti la figura di S. Giovanni Battista che si cibava di erbe e cavallette e quella di S. Francesco d'Assisi che sconsigliava l'eccessiva astinenza: come per dire che servono delle opere di misericordia da mettere in atto a favore del nostro prossimo. Non sempre noi capivamo, ma anche adesso facciamo fatica: per questo ogni anno giunge puntuale la quaresima.

Francesco Molteni

 

 

ADOLESCENTI ...

I PUNTI DELLA LORO "SCUOLA"

Lunedì 12 marzo 2001, ore 22.30: avrei già dovuto consegnare alla redazione il seguente articolo, ma l'argomento che devo trattare è la scuola di preghiera adolescenti che è terminata circa un'ora fa!!! Il tempo di tornare a casa, prendere carta e penna e raccogliere impressioni, idee e motivazioni ed ecco pronto l'articolo inerente la Scuola di Preghiera Adolescenti.

A voi i punti della situazione:

* punto primo: COS'È? La sopracitata scuola preghiera ADO è stata organizzata dall'equipe decanale educatori adolescenti e compie quest'anno il suo terzo anno di vita!! I tre incontri proposti si sono svolti in tre lunedì nella chiesa di Fecchio; il relatore delle serate è stato don Davide Caldirola, parroco in una parrocchia di Milano, che ha guidato con grinta e semplicità le riflessioni, incantando educatori e, ancor meglio, adolescenti presenti. A lui vanno i migliori complimenti e un grazie sentito per le sue parole e per la sua schiettezza.

* punto secondo: PERCHÉ? La motivazione dell'esistenza di una scuola di preghiera adolescenti dovrà pur esserci, perché gli adolescenti di oggi hanno altre cose per la testa, prima della preghiera!! E dunque perché questi incontri tanto belli ma anche impegnativi e "fuori dalla logica adolescenziale"? Per rispondere a questo quesito, mi sono rivolta a don Marco Mauri, responsabile della commissione ADO decanale. Riguardo la motivazione dell'organizzazione della scuola ADO e la valutazione degli incontri di quest'anno, don Marco esprime un giudizio buono: ha notato che l'equipe decanale ADO ha portato avanti con entusiasmo la proposta, volendo ricollegarsi alla scuola della parola dei giovani. Tutto il gruppo che ha organizzato gli incontri, proprio per dare agli adolescenti un momento di scambio e di preghiera, è soddisfatto e contento sia per la preparazione che per la riuscita della proposta. I gruppi ADO hanno risposto con una buona partecipazione a tutte le serate e un altro aspetto positivo sta nel fatto che i ragazzi hanno mantenuto una buona attenzione durante gli incontri. Insomma, don Marco e chi ha collaborato alla buona riuscita della scuola di preghiera sono contenti, e sicuramente penseranno a riproporre questa esperienza per i prossimi anni.

*punto terzo: COME? Per chi non ha partecipato agli incontri, è opportuno sapere come sono stati strutturati e questo me lo sono fatta suggerire dalla nostra Daniela, catechista adolescenti che ha collaborato per l'organizzazione della scuola di preghiera. Durante i tre incontri, la formula usata è stata la stessa e cioè: la prima parte un dialogo tra 2 ragazzi che introducevano il tema della serata, con temi vicini al vissuto quotidiano degli adolescenti (scuola, amori, ecc.); poi seguiva la lettura della Parola di Dio ed infine le riflessione di don Davide, che ha cercato di captare l'attenzione dei ragazzi in modo simpatico. Poi preghiera e canto conclusivi. I temi degli incontri sono stati: preghiera di ringraziamento e domanda, preghiera di contemplazione e preghiera comunitaria.

* punto quarto: PAROLA AGLI ADO. Chiedendo impressioni ai nostri adolescenti montesolaresi, che hanno aderito con un buon numero, posso dire che la scuola di preghiera ha avuto un riscontro positivo! Sono soddisfatti per come è stata impostata, diretta, per la durata e hanno fatto tanti complimenti a don Davide, che è "un prete tosto!!" Ammettono di non aver mantenuto l'attenzione al 100%, ma hanno portato a casa messaggi positivi: "questi incontri in decanato sono belli, bisognerebbe farne di più" ...

"abbiamo pregato in modo semplice, ma efficace!!" ... e c'è anche chi mi dice: "una tipa mi ha dato il suo numero di telefono!!" ... il bello di questi incontri è sì la preghiera ma anche la socializzazione con gli altri gruppi!!

* ultimo punto: ... PUNTO A CAPO!! Per il 2001 la scuola di preghiera ADO è terminata, ma i ragazzi sono stati invitati ad un altro momento decanale importante: il MEETING ADO il 20 maggio a Tavernerio ... un'occasione da non perdere!!!

Lunedì 12 marzo 2001, ore 23.50: ho finito l'articolo sulla scuola di preghiera ADO e mi accorgo che nei 5 punti trattati, non ho citato il vero protagonista di queste 3 serate ... Colui che ci ha insegnato a pregare e che continua a farlo anche tramite proposte come questa ... il PUNTO di riferimento di ogni cristiano, adolescente e non, ... il nostro amico Gesù!!!

URSULA BORGHI

 

 

C'È PROCESSIONE E PROCESSIONE ...

Fra poche settimane sarà Pasqua e la Chiesa dall'inizio della Quaresima si prepara a festeggiare questa ricorrenza con preghiere e celebrazioni liturgiche. I più piccoli da parte loro si danno da fare per farsi regalare le tradizionali uova di cioccolato e le casalinghe fanno del loro meglio per preparare un menu pasquale coi fiocchi.

Dando un'occhiatina al folklore nazionale ci si accorge che in Italia esistono tanti modi diversi per festeggiare la Pasqua.

In particolare in alcuni paesi del sud si tramandano da anni manifestazioni religiose legate al folklore locale.

Trasferiamoci per un po' nell'Isola di Procida, ad esempio.

L'isola di Procida è la più piccola e misteriosa isola del Golfo di Napoli, ricca di baie, insenature e spiagge assolate. Ogni anno nella Settimana Santa gli isolani preparano due eventi importanti: la Processione degli Apostoli il Giovedì Santo e la Processione dei misteri il Venerdì Santo.

Il Giovedì Santo è uno dei momenti più intensi dei riti della Settimana Santa a Procida: è animato dalla suggestiva cerimonia dei confratelli dell'Arciconfraternita dei Bianchi, la cui origine è da porsi fra la fine del sec. XVI e il sec. XVII. La cerimonia ha inizio con l'evangelica "lavanda dei piedi" cui i dodici apostoli si sottopongono nella Chiesa di S. Michele Arcangelo. Quindi si incamminano per le strette stradine dell'isola indossando una veste bianca e un cappuccio fermato da una corona di spine, ognuno porta una semplice croce di legni e insieme fanno una lenta e scandita processione detta "degli Apostoli".

 Un po' più distanti gli altri partecipanti e alcune figure rituali come il "Centurione", i "Mazzieri", il "Governo", visitano i "Sepolcri" allestiti precedentemente in tutte le chiese dell'isola.

Gli Apostoli sostano in ogni chiesa, si tolgono la corona di spine, alzano il cappuccio scoprendo il viso e cantano un suggestivo inno, accompagnati dal coro dei fedeli.

Dopo qualche momento di adorazione gli Apostoli riprendono il cammino fino alla chiesa successiva. Alla fine tutti si ritrovano per la tradizionale cena procidana a base di pesce.

Tra le chiese visitate dal corteo storico, oltre alla Chiesa Madre, si ricordano: Madonna delle Grazie, S. Leonardo, Madonna della Pietà alla Marina Grande, S. Annunziata alla Madonna della Libera, S. Antonio Abate e il santuario di S. Giuseppe alla Chiaiolella dove si conclude il corteo.

La processione del Venerdì Santo inizia alle prime luci dell'alba: terminati i Misteri del giovedì, i ragazzi ancora assonnati portano i loro Misteri a Terra Murata. I misteri sono rappresentazioni plastiche di scene della vita di Gesù o di episodi biblici realizzati dai giovani di Procida nei mesi che precedono il Venerdì Santo nei portoni del Centro storico dell'Isola. La processione è aperta da un trombettiere seguito da una fila di suonatori di tamburo che ricreano il ritmo lento e cadenzato della marcia funebre e chiamano la gente ad "adunnata". Seguono poi i "Misteri" portati a spalla da un gruppo di giovani procidani. L'ordine nella sfilata segue la cronologia della vita di Gesù Cristo e termina con la Resurrezione. Ai "Misteri" seguono le "statue" ed ai lati del corteo sfilano due ali di confratelli con in braccio un "angioletto a lutto", bambini vestiti con abitini neri bordati d'oro. In un emozionante silenzio generale sfilano la statua dell'Addolorata e quella del Cristo morto ricoperto da un velo nero ricamato, portate a spalla dai confratelli della Congrega dei Turchini e il corteo è completato da clero, autorità locali e Banda dell'Isola di Procida. Alla fine i fedeli si raccolgono in silenzio sull'alta rocca vestiti con l'abito bianco, il cappuccio, il mantello azzurro, pronti per rinnovare la storia della passione di Gesù portando per le vie del centro storico dell'isola la statua del Cristo Morto, che rimarrà tutta la notte al Porto di Marina Grande, attorniata dai fedeli in preghiera.

Infine c'è la fiaccolata serale che accompagna il ritorno del Cristo Morto e dell'Addolorata alla Congregazione dei Turchini.

Il sud dell'Italia è molto più ricco del nord di tradizioni e folklore, che rinnovano con originalità alcune ricorrenze religiose; tra le manifestazioni legate alla Pasqua non si può dimenticare la famosa tradizione degli archi di S. Biagio.

San Biagio è un paese dell'entroterra agrigentino con tante case arroccate attorno alla Chiesa, conosciuto soprattutto per la "tradizione degli archi di Pasqua". Si tratta di una tradizione secolare, risalente alla seconda metà del Seicento, che rievoca l'evento della Resurrezione e dell'incontro tra Cristo e la Madonna, facendolo rivivere sotto agli Archi di trionfo alla presenza dell'intera popolazione.

La manifestazione è anche una vera e propria competizione tra due confraternite: "la Madunnara" e "la Signurara".

Anticamente venivano eretti solo due archi centrali, con i telai triangolari di ferle e con gli intrecci di canne decorati con ciambelle di pane ed orlati di arance. Oggi, partendo da questi due elementi originari, posti l'uno di fronte all'altro davanti al sagrato della Chiesa Madre, si estende nei due sensi del corso principale una scenografia monumentale che riproduce opere architettoniche esistite in passato. Cupole, campanili, volte, rosoni fatti di canne e di salice, originali lampadari - le nimpe - realizzati con datteri, fontane zampillanti con al centro veri e propri monumenti, mosaici raffiguranti episodi evangelici, creati con i prodotti offerti dalla natura. E poi il pane, cucinato nei più svariati modi. La preparazione dura almeno due mesi e coinvolge artigiani, casalinghe, operai e professionisti.

Il tutto per celebrare in modo originale la Pasqua ricreando nell'immaginario collettivo l'antico spirito religioso e popolare e rievocando con tutto l'impegno possibile il sacrificio di Gesù per l'uomo e la sua Resurrezione .

ELENA COLOMBO

 

 

IL NUOVO SISTEMA SCOLASTICO

Impariamo qualcosa con le spiegazioni e le riflessioni di Don Luigi Panighetti

Dal prossimo settembre verrà attuata la riforma del sistema scolastico, introducendo la SCUOLA DI BASE al posto delle scuole elementari e delle medie. Dall'anno scolastico 2002 - 2003 verrà altresì modificato l'attuale sistema dell'istruzione di grado superiore.

Molti sono i bambini e i genitori che si trovano davanti a questo cambiamento, probabilmente senza sapere con esattezza cosa è veramente cambiato e come. Per non arrivare impreparati, la redazione del nostro bollettino parrocchiale ha pensato di girare la domanda a Don Luigi Panighetti, rettore del Collegio Arcivescovile De Amicis.

* Si parla tanto della riforma dei cicli scolastici in Italia, ma come cambierà veramente la scuola?

La SCUOLA DI BASE sostituirà la scuola elementare e quella media nella forma attuale. Tale ciclo di istruzione primaria durerà complessivamente sette anni, per i quali le indicazioni ministeriali prevedono una suddivisione in segmenti rispettivamente di due, tre e due anni. Le ore settimanali di insegnamento dovranno essere circa trenta, durante le quali non si dovranno più svolgere i programmi tradizionali, bensì i curricoli adottati da ciascuna scuola. Il CURRICULUM verrà ripartito in un 75% determinato a livello nazionale dal Ministero della Pubblica Istruzione, mentre l'altro 25% delle ore di insegnamento potrà essere gestito in autonomia dalle scuole e dai singoli consigli di classe.

La SCUOLA SUPERIORE continuerà a durare cinque anni, ma il BIENNIO sarà obbligatorio per tutti. In sostituzione delle attuali forme di scuola superiore verranno creati quattro tipi di licei, nei quali soprattutto nel biennio ci saranno aree di studio comune che possano quindi facilitare il passaggio degli studenti da un tipo di liceo all'altro. I filoni specifici di ogni area di studio verranno trattati in modo più qualificato ed approfondito nel successivo triennio. Le aree di specializzazione dell'istruzione superiore saranno quattro:

* l'area classico-umanistica, a sua volta suddivisa in indirizzo classico ed indirizzo di lingue moderne;

* l'area scientifica che si ripartirà in scienze matematico-sperimentali e scienze sociali;

* l'area tecnico-tecnologica presenterà un indirizzo per la gestione dei servizi per la produzione dei beni economici, uno per i servizi ambientali e territoriali, uno per le risorse naturali ed agro-alimentari e un ulteriore indirizzo per i servizi alle persone e alla collettività;

* l'area artistica avrà un filone per le arti plastico-figurative ed uno musicale.

Anche nelle scuole superiori ci saranno i curricoli e il monte ore verrà parzialmente gestito in autonomia dalle singole scuole.

Al termine dei cinque anni di scuola superiore verrà sostenuto l'esame di Stato. Sebbene la scuola dell'obbligo duri un anno in più rispetto a prima, cioè 9 (7+2), il ciclo di istruzione termina complessivamente un anno prima. In questo modo i ragazzi si possono affacciare al mondo del lavoro o a quello universitario già a 18 anni.

*Quali problemi pratici si prevedono?

Nel primo periodo successivo all'introduzione della riforma coesisteranno il nuovo ciclo di base e il vecchio sistema con elementari, medie e superiori; ci sarà quindi una duplicazione delle classi. Inoltre per il 2006 è prevista una cosiddetta "onda anomala" nelle scuole superiori: dovrebbero coesistere classi doppie della quinta superiore, una secondo il sistema in smantellamento ed una secondo il nuovo sistema. La proposta ministeriale è quella di ridurre di un anno la scuola superiore per il 25% degli studenti appartenenti al vecchio sistema, pur cercando di salvaguardare l'apprendimento dei contenuti previsti. In questo modo gli studenti, scelti in accordo con i consigli di classe e i genitori, finirebbero le scuole a 18 anni.

* Quale riqualificazione dovranno avere gli insegnanti soprattutto per la scuola di base?

Tutti gli insegnanti dovranno essere in possesso di un titolo di abilitazione o di idoneità; vengono inoltre istituiti diversi corsi di aggiornamento. All'interno del settennio della scuola di base gli ex-insegnanti elementari dovrebbero farsi carico dei primi anni, mentre gli ex-docenti delle scuole medie degli ultimi due. Quando agli attuali insegnanti elementari subentreranno le nuove leve, che dovranno aver conseguito una laurea, ci potrà essere una maggiore rotazione degli insegnanti della scuola di base.

Saranno inoltre richieste competenze linguistiche ed informatiche: dal primo anno della scuola di base sarà infatti presente l'insegnamento di una lingua straniera (principalmente l'inglese) alla quale verrà affiancato lo studio di una lingua straniera comunitaria negli ultimi due anni della scuola di base. L'informatica dovrà fornire un apporto conoscitivo della materia ed uno operativo per favorire l'apprendimento in ogni campo del sapere.

* Quali suggerimenti si possono dare ai ragazzi e ai genitori che nei prossimi anni dovranno affrontare questa nuova esperienza?

È opportuno informarsi in tempo su come funzionerà il nuovo sistema scolastico e prima di scegliere in quale scuola mandare i propri figli, i genitori dovrebbero leggere il POF (Piano dell'Offerta Formativa) di più scuole e valutare il taglio pedagogico e il modo di gestire la percentuale di ore in autonomia di ogni scuola.

* Azzardando una valutazione a priori, quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi derivanti da questa riforma?

Se si lavorerà con coscienza e conoscenza, si riuscirà a creare una nuova mentalità di insegnamento ed apprendimento; si potrà inoltre realizzare una maggiore individualizzazione e personalizzazione dello studio, partendo dalle esigenza di una classe e del singolo studente. D'altra parte si corre il rischio di creare una disarmonia tra le scuole proprio con la gestione delle ore assegnate in autonomia.

SIMONA COLOMBO

 

 

LA GRANDE SETTIMANA SANTA

DOMENICA 8 APRILE - DOMENICA PALME NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

10.45 Ritrovo presso la tensostruttura in Oratorio. Distribuzione e Benedizione dell'ulivo. Processione verso la chiesa con entrata dal cortiletto.

11.00 Santa Messa con gli amici del CVS

12.00 Pranzo insieme. Dare l'adesione alle incaricate Caritas se si vuole partecipare.

16.00 Via Crucis col testo distribuito:

"Il Giudice è alle porte".

LUNEDÌ 9 APRILE - LUNEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

8.00 Lodi mattutine

8.30 Santa Messa

16.30 Confessioni Prima media (presente un altro sacerdote)

17.00 Confessioni Seconda media

17.30 Confessioni Terza media

MARTEDÌ 10 APRILE - MARTEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

8.00 Lodi mattutine

8.30 Santa Messa

16.30 Confessioni ragazzi/e quarta elementare

17.30 Confessioni ragazzi/e quinta elementare

MERCOLEDÌ 11 APRILE - MERCOLEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

8.00 Lodi mattutine

8.30 Santa Messa

14.00 Partenza per il Santuario del Santo Crocifisso a Como.

(I soldi si raccoglieranno sul pullman: L 10.000)

20.30 Celebrazione del Sacramento della Penitenza.

Sono presenti diversi sacerdoti.

TRIDUO PASQUALE

GIOVEDÌ 12 APRILE - GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

8.00 Lodi mattutine

10.00 Preparazione liturgica dei chierichetti

15.00 Celebrazione liturgica per i ragazzi. Rito della lavanda dei piedi.

16.00 Il parroco si rende disponibile per le confessioni

20.30 Messa in Coena Domini (Coro Giovani)

VENERDÌ 13 APRILE - VENERDÌ NELLA PASSIONE DEL SIGNORE

Oggi è giorno di magro e di digiuno.

8.00 Lodi mattutine

8.30 Il parroco è disponibile per le confessioni

10.30 Preparazione liturgica dei chierichetti

15.00 Solenne liturgia del Venerdì Santo. Lettura della Passione e Morte del Signore.

Adorazione della Croce e Preghiera Universale. (Corale Santa Cecilia)

20.30 Via Crucis in Chiesa parrocchiale. Bacio del Crocifisso. (Coro Giovani)

SABATO 14 APRILE - SABATO DELLA SETTIMANA SANTA

8.00 Lodi mattutine

8.30 Il parroco è disponibile per le confessioni

10.30 Preparazione liturgica dei chierichetti per la Veglia Pasquale.

14.30 Il parroco è disponibile per le confessioni fino alle 18.30.

21.00 Veglia Pasquale nella Notte Santa. Canto del Preconio. Celebrazione Eucaristica.

VEGLIA PASQUALE

Con la celebrazione della Veglia siamo al centro del mistero pasquale. La Parola di Dio ci è offerta con abbondanza e ricchezza di contenuti: dall'Antico Testamento al Nuovo la storia dell'umanità trova il suo centro nella morte e risurrezione di Cristo.

Questo mistero caricato di potenza divina diventa principio di salvezza e di radicale rinnovamento dell'uomo e delle cose.

La Veglia di questa "Santa notte" è costituita da tre parti essenziali.

* La prima è il Lucernario, l'antica preghiera per il tempo in cui si accendono le luci. Questa preghiera diviene in questo giorno un cantico alla Risurrezione e alla luce di cui essa illumina il mondo (Preconio).

* La seconda è la Vigilia. Vigilia così solenne - dice Tertulliano - che tutti i cristiani del suo tempo erano tenuti ad assistervi. Consacrata dall'ultimo insegnamento dei catecumeni essa si svolgeva davanti a noi in una serie di nove letture (sei del Vecchio Testamento e tre del Nuovo) con al centro la proclamazione della Risurrezione di Cristo.

* La terza parte infine è caratterizzata dal battesimo dei neofiti o dalla sola benedizione dell'acqua e dalla rinnovazione delle promesse battesimali nel caso non ci fosse nessun battezzando. La sinassi, si conclude con il banchetto eucaristico al quale prenderanno parte per la prima volta i nuovi cristiani con i fedeli.

DOMENICA 15 APRILE - PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

8.00 Santa Messa

11.00 Santa Messa solenne (Corale Santa Cecilia)

18.00 Santa Messa "infra Vesperas"

LUNEDÌ 16 APRILE

LUNEDÌ TRA L'OTTAVA DI PASQUA

HAPPENING DEI GIOVANI A SANT'AGATA:

TEMA DELLA GIORNATA: "SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA"

8.00 Santa Messa in Chiesa

10.30 Santa Messa (presiede don Marco Zappa)

12.00 Aperitivo

12.30 Pranzo in loco

14.45 Preghiera

15.00 Festa con giochi, musica e danze.

18.00 Canto e preghiera conclusiva

 

 

GRAZIE, SIGNORE

GRAZIE SIGNORE, per aver pensato a me fin dall'eternità.

GRAZIE SIGNORE, perché potevo non esistere, ma tu mi hai chiamato all'esistenza.

GRAZIE SIGNORE, perché mi hai dato una intelligenza per conoscerti e una volontà per amarti.

GRAZIE SIGNORE, perché mi hai chiamato ad essere un tuo figlio e mi dai la possibilità di chiamarti Padre.

GRAZIE SIGNORE, perché mi hai fatto nascere nella tua Chiesa santa

GRAZIE SIGNORE, perché mi hai donato gratuitamente il tuo amore.

GRAZIE SIGNORE, perché mi hai preparato una eternità di felicità da vivere con Te e con tutti i tuoi Santi.

GRAZIE SIGNORE, anche per quanti non ti rendono grazie.

 

 

UNA RIFLESSIONE ... ALLA VIGILIA DEL MATRIMONIO

È particolarmente difficile parlare di argomenti che ci toccano direttamente, che entrano nella nostra vita privata, che interessano i nostri sentimenti e valori.

Certo, per il bollettino parrocchiale si può fare uno strappo alla regola... e parlare del matrimonio.

L'argomento non è dei più semplici da affrontare, soprattutto dal punto di vista teologico. Non è certamente questa l'ottica da cui mi propongo di partire... ma quella di una giovane che si accosta a questo Sacramento con fede, convinzione e... tanto entusiasmo!

Ciò che posso dire è che la preparazione al "grande passo" è tutt'altro che tranquilla: mille sono le cose da fare e da preparare, dall'arredamento, all'abito, alla cerimonia...

Certo, in questo "gioioso trambusto" spesso capita di perdere di vista la preparazione più importante, quella spirituale, quella che probabilmente riesce a suscitare la gioia più vera e più profonda, perché è viva la certezza che il sentimento che spinge al matrimonio è stato voluto, pensato e suscitato da Dio per noi.

Questa gioia è ancora più grande nel momento in cui si ha la consapevolezza che Gesù ci ha amati e ci ama e noi, nel nostro amore, riusciamo ad amare Lui.

Rischiando magari di cadere nella retorica, vorrei ribadire l'importanza del Sacramento del matrimonio come consacrazione dell'unione tra due persone e come simbolo della loro volontà di testimoniare la loro fede anche aprendosi al mistero della vita.

Non sempre il vero significato del matrimonio religioso viene colto: capita spesso, e se ne rimane allibiti, di vedere coppie che vivono questo Sacramento come pura ritualità o tradizione, senza tuttavia capirlo o, cosa ancora più importante, "sentirlo" come necessità spirituale.

È bello, invece, incontrare sposi che ritrovano ogni giorno Gesù nel proprio rapporto, è bello scoprire nei loro occhi l'amore reciproco e verso Gesù, è bello stupirsi sempre di quanto il Suo amore può fare nella nostra vita. È bello soprattutto andare avanti per la propria strada sicuri e saldi nei propri valori e nella certezza di un amore più grande, quello di Dio, che illumina le nostra vite.

CRISTINA PROSERPIO

 

 

... LA BELLA & LA BESTIA ...

... Titolo evocativo... forse vi aspettate di leggere una fiaba, forse vi aspettate di leggere un bel racconto pasquale, ed invece... sì, parto dalla fiaba, ma per parlare di tutt'altro, parto dalla fiaba per parlare dell'amicizia... Perché in questa fiaba non si parla d'altro che di quel tesoro nascosto in ognuno di noi, quel tesoro che spesso è difficile portare in superficie, mostrare agli altri. Quel tesoro che, spesso, sono gli altri a dover scoprire giorno dopo giorno e portare a galla, perché, benché sia dentro di noi, spesso ne siamo inconsapevoli e abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a conoscerlo, che ci insegni ad usarlo, che ci faccia sentire importanti proprio perché lo possediamo... Ma questo succede solo se chi ci sta accanto non è così cieco da non vederlo, così pigro da non volerlo cercare... perché al di là di tutto è questo il vero problema dell'amicizia, o meglio della mancata amicizia... il non saper guardare oltre, il non saper andare oltre la banale apparenza, oltre quei primi cinque minuti in cui noi, che ci sentiamo onniscienti, che ci crediamo tali, decidiamo se chi ci sta di fronte ha o meno qualcosa da condividere con noi... ma non ci capita mai di pensare che, forse, quei cinque minuti non sono abbastanza? ... Che, certe volte, per conoscere bene una persona non basta una vita intera? ... Io credo che ognuno di noi sia circondato da innumerevoli potenziali amici e credo anche che, senza nemmeno accorgersene, almeno una volta nella vita, abbia sbattuto la porta in faccia all'amicizia... sempre per colpa di quei maledetti cinque minuti, per colpa del pregiudizio, per colpa di questa società che dà sempre più importanza ai valori estetici, a ciò che si vede, a ciò che appare e non ha ciò che è in realtà...

Ciascuno di noi dovrebbe pensare a tutte le occasioni perse, a tutte quelle volte in cui l'amicizia avrebbe voluto prenderci la mano e noi ci siamo tirati indietro, a tutte quelle volte in cui abbiamo lasciato campo libero all'apparenza, alla superficialità. Impariamo a non giudicare senza conoscere a fondo, impariamo a cercare il tesoro che c'è in coloro che ci stanno accanto... dopotutto Belle l'ha cercato nella Bestia... e se non l'avesse fatto non ci sarebbe nemmeno stata la favola...

"... quando le persone hanno la luce dentro di sé, questa traspare all'esterno. Allora ci riconosciamo quando camminiamo insieme al buio, senza aver bisogno di passare le nostre mani sui visi degli altri o di intrometterci nei cuori altrui..."

Raffaella Formenti

 

 

ANAGRAFE PARROCCHIALE MESE DI MARZO

Nati in cristo

* Fumagalli Pietro di Alberto e Ceron Cinzia

* Libralato Laura di Mauro e Colombo Fulvia

Morti in Cristo

* Scotti Marisa di anni 71

 

 

LE PORTE RUBATE E LA COSCIENZA ADDORMENTATA

Due grandi porte, facenti parte di un mobile antico e pregiato, sono sparite dalla nostra Chiesa parrocchiale. Rubate. Qualcuno sussurra, visto l'oggetto del furto, su commissione.

Beh, ma che notizia è questa? Noi tutti, a Montesolaro, lo sappiamo, tutti ne siamo rimasti profondamente addolorati, tutti, ancora, abbiamo azzardato le nostre brave teorie in merito a ladri, possibili committenti, dinamica del fattaccio.

Eppure nessuno di noi ha materialmente visto nulla. Ben strano per un paese come il nostro che, come tutti i paesi come il nostro, "vede" di tutto, anche ciò che realmente non si verifica o si realizza in modo diverso dal raccontato, per di più con "sana" dovizia di particolari.

Non mi si fraintenda. Non voglio certo accusarci di timorosa reticenza o, peggio ancora, di malintenzionata connivenza. Però, dal momento che l'azione criminosa si è svolta in pieno centro paese e, come pare assodato con sicurezza, in pieno giorno non è ... peccato, affermare quanto singolare sia che nemmeno un attento occhio montesolarese abbia notato qualcosa di strano.

E sì che si trattava di due porte ( ! ) alte e possenti, tali da richiedere più persone e un mezzo voluminoso per il trasporto, mica di un orologio o di un monile, oggetti che s'infilano in tasca facilmente senza destare la curiosità altrui e senza colpo ferire...

Chiaramente, potremmo usare, a nostra difesa, la presenza sul luogo del misfatto di un cantiere, come quello di Via Madonnina, che, in piena "fioritura", può aver avuto l'involontaria funzione di mimetizzare uomini in abiti da lavoro intenti a movimentare un carico o mezzi pesanti all'opera.

Ma il retrogusto amaro della stranezza resta, e lo zuccherino di un'attenuante, sia pur specifica quale quella appena descritta, non riesce a cancellarlo con decisione.

In pratica, alla fine di questa sommaria "requisitoria", spiace dire che ciascuno di noi sfiora la complicità, ovviamente solo figurata, nel furto.

Forse perché, da tempo, siamo tutti quanti abituati ad essere colpevoli di "disattenzione verso le cose importanti", "reato" che, se non viene punito materialmente dal Codice Penale della Repubblica, dovrebbe trovare un giudice inflessibile pronto a redarguirlo moralmente nella coscienza di ciascuno,

se quest'ultima non è addormentata o troppo generosa verso le nostri palesi mancanze (le porte rubate, a questo punto, possono anche diventare un pretesto per parlarne con coraggio) come, forse, accade spesso anche a noi, religiosissimi e devoti parrocchiani di Montesolaro...

Ruggero Fumagalli

 

 

IL NUOVO "CENTRO ATTIVITÀ PARROCCHIALI"

STATO DEI LAVORI

I lavori per la realizzazione del "Nuovo Centro Polifunzionale Parrocchiale" di Via Madonnina, incominciati il 29 settembre 2000, procedono regolarmente secondo le modalità e i tempi programmati.

I lavori sin qui realizzati hanno interessato, oltre all'opera principale (il Nuovo Centro Polifunzionale), una serie di lavori collaterali come la riconversione della centrale termica, precedentemente alimentata a gasolio ed ora a gas metano. Nonostante le continue avversità del tempo - non si ricorda da anni un autunno/inverno così piovoso - siamo oramai prossimi al raggiungimento del primo traguardo: l'ultimazione dell'opera strutturale che si concluderà con la posa in opera della copertura in legno lamellare.

L'ultimazione di questa prima fase è prevista entro la fine dei mese di aprile.

Successivamente si procederà all'esatta definizione ed ultimazione degli spazi interni nel rispetto delle previsioni di progetto.

Questa seconda fase sarà definita e chiarita, nel rispetto del progetto, dai progettisti con la Commissione Affari Economici, valutando eventuali annotazioni che potrebbero emergere dai futuri fruitori degli spazi, Banda Cantoria, ecc.

Nel dare pronta informazione alla Comunità dello stato di avanzamento dei lavori, il Parroco ringrazia di cuore quanti sostengono con contributi il procedere della costruzione.

Se ogni famiglia contribuisse anche con offerte minime, questo sarebbe incentivo a procedere spediti, perché sottolineerebbe il generale consenso e dimostrerebbe la corale partecipazione della Comunità. Siamo di fronte ad una costruzione che certamente offrirà, in un prossimo futuro, servizi e disponibilità a vantaggio di tutti. Ne sono pienamente convinto.

 

 

VAL D'ISERE D'ESTATE

Situato nel cuore della Vanoise, Val d'Isère è il punto di partenza di molte escursioni che presentano le più svariate difficoltà, ma che offrono insieme esperienze indimenticabili.

Nel comprensorio della Val d'Isère ci sono più di 100 km di sentieri, tutti ben segnati e frequentati. Introducono in uno scenario stupendo ed unico. Il cuore si allarga nel mirare le imponenti vette dei monti che tutt'intorno procurano gioie incomparabili. Qui la natura alpina offre possibilità di scoprire meraviglie uniche ed esaltanti. Infonde pace nell'animo e fa sentire Dio vicino con la sua onnipotente mano creatrice.

Salendo verso le sommità dei monti circostanti si incontrano alpeggi con gli ultimi pastori. Qui il tempo sembra essersi fermato ed il cuore si immerge ed insieme naufraga nella immensità di una gioia che non ha fine.

Val d'Isère possiede un sentiero ecologico chiamato "sentiero natura". Percorrendolo si incontrano fiori d'ogni specie, ma anche uccelli di ogni specie, piccoli mammiferi, ma anche la marmotta, l'aquila reale e lo stambecco.

IL PARCO NAZIONALE DELLA VANOISE

Situato fra le profonde vallate della Maurienne a sud e della Tarentaise a nord, il Parco nazionale della Vanoise si estende su 53.000 ettari. Comprende cime elevate che possono superare i 3800 metri, oltre ai numerosi ghiacciai.

Il colle dell'Iseran, uno dei punti strategici del parco, permette, a 2762 metri di altezza, di passare da una valle all'altra. Territorio dai forti contrasti, il massiccio è solcato anche da valloni boscosi che si aprono su ampi colli, facilmente accessibili dagli escursionisti.

Protetto dalle piogge delle Prealpi e dalla catene della Belledonne, la Vanoise gode di un clima piuttosto secco e soleggiato. La varietà delle rocce e la posizione climatica privilegiata contribuiscono alla notevole diversità degli ambienti del massiccio.

La vacanza in Val d'Isere organizzata per il prossimo 23 luglio - 3 agosto, si prevede ricca di emozioni. Dodici giorni in una località stupenda, rinomata e di classe. L'hotel a disposizione è confortevole. Possiede 24 stanze per una capienza di 50 persone.

Un invito ai genitori e ai ragazzi ad iscriversi per tempo. I posti sono disponibili fino ad esaurimento. La spesa complessiva è di lire 540.000.

 

 

LOURDES IN AEREO DAL 17 AL 20 AGOSTO 2001

17 agosto

Partenza da Montesolaro in tempo utile per l'aeroporto di Malpensa. Arrivo a Malpensa, disbrigo delle formalità doganali e partenza con volo speciale per Lourdes. Arrivo e trasferimento in albergo. Sistemazione e pranzo. Apertura del pellegrinaggio e saluto alla Grotta. Partecipazione alle celebrazioni religiose. Cena e pernottamento.

18/19 agosto

Trattamento di pensione completa in albergo. Giornate dedicate alla partecipazioni religiose ed alla visita dei luoghi di Santa Bernadetta.

20 agosto

Prima colazione in hotel. Al mattino trasferimento in aeroporto e partenza per il rientro. All'arrivo trasferimento a Montesolaro in pullman.

Quota individuale di partecipazione: L. 820.000

Tassa di iscrizione L. 40.000

La quota comprende:

* i trasferimenti in pullman da Montesolaro a Malpensa e viceversa;

* il viaggio aereo Milano-Lourdes-Milano;

* trasferimento aeroporto/hotel e viceversa;

* sistemazione in hotel tre stelle in camere doppie con servizi privati;

* pensione completa dal pranzo del primo giorno alla prima colazione dell'ultimo;

* pasti e rinfreschi a bordo ove previsti;

* assistenza sanitaria e assicurazione bagaglio Europe assistance;

* assicurazione contro penali di annullamento;

* supplemento camera singola L. 135.000.

ISCRIVERSI ENTRO IL 27 MAGGIO PRESSO IL PARROCO VERSANDO LA CAPARRA DI L. 100.000.

 

 

PASQUA A TAVOLA

Come ogni festività o evento particolare, anche la Pasqua è accompagnata da una forte tradizione culinaria che si carica di simbologie religiose e non. Questa festa, oltre alle radicate motivazioni religiose, è legata al primo risvegliarsi della natura e ciò le ha conferito, fin dalle lontane origini, risonanze agresti volte al ringraziamento e all'offerta sacrale delle primizie del campo e dell'orto.

Oggi, come allora, sulle nostre tavole compaiono alimenti tipici della ricorrenza quali le spighe di grano sottoforma di pane, le erbe, le uova, l'agnello... e ogni altro alimento si investe di un'allegoria particolare: il pane assume un significato votivo, nel ricordo della discendenza dal soprannaturale, il prodigio della germinazione del grano, il ricordo del pane azzimo (il pane senza lievito consumato dagli ebrei durante la fuga dall'Egitto).

L'uovo, sinonimo di vita nuova, nelle tradizioni più antiche celebrava la primavera: i cristiani, seguendo questa antica credenza, fecero dell'uovo il simbolo di Cristo e incominciarono a distribuire ai fedeli un cestino di uova benedette. Da questa antica usanza deriva quindi anche l'introduzione tra questi alimenti delle uova di cioccolato che, a quanto sembra, non erano, almeno in origine, una mera trovata commerciale.

Continuando nella degustazione dell'abbondante menù pasquale, si giunge all'agnello, emblema del sacrificio di Gesù, "agnello di Dio".

Ovviamente il pranzo non consiste in questi soli tre alimenti, bensì spazia dalle erbe di stagione usate come condimento per l'agnello, o come contorno allo stesso; le torte salate e i dolci, per i quali le ricette regionali e locali prendono il sopravvento su quelle nazionali ed abbiamo infatti: la "torta Pasqualina", tipicamente genovese; la pastiera napoletana; la torta di Pasqua al formaggio, di origine umbra; la "crescia" di Pasqua marchigiana e le pizze col formaggio campane, ripiene di uova, pecorino fresco, farina e olio d'oliva; l'abbacchio romano, nient'altro che agnello cucinato "alla romanesca".

... Cosa fate ancora qui a leggere: tutti in cucina a preparare un memorabile pranzo pasquale all'insegna della tradizione e della meditazione sui messaggi che le pietanze preparate ci consegnano tramite il linguaggio del cibo... E lo chiamereste solo "mangiare"?

Gianluca